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lunedì 25 marzo 2013

Rivalutazione dei terreni agricoli e terreni edificabili anno 2013.





Una misura fiscale buona per fare cassa, amata dai governi di ogni colore, è la rivalutazione dei beni. La  finanziaria ha riaperto i termini di una misura di rivalutazione prevista nel recente passato, e i contribuenti che non ne avessero ancora fatto ricorso potrebbero rimediare, dato che il vantaggio fiscale è evidente.
Informazioni utili relativi alla rivalutazione terreni 2013.
La legge 228/12, inserita nel decreto di Stabilità del Governo Monti, ha riaperto i termini per ricalcolare il valore dei terreni edificabili e di quelli che hanno destinazione agricola.
L’operazione non è esente da tasse, in questo caso, gli italiani dovranno pagare un’imposta sostitutiva pari al 4% del nuovo valore del terreno.Tra i requisiti per richiedere la rivalutazione dei terreni per quest’anno, è necessario che il proprietario abbia registrato la proprietà entro il 1 Gennaio 2013. Avete tempo per fare rivalutare il vostro terreno fino al 30 Giugno 2013.Dato che l’imposta sostitutiva risulta onerosa per la maggiore parte dei contribuenti, si può scegliere di rateizzarla in tre parti. Nella prima pagheremo un terzo del dovuto senza interessi, nelle due successive dovremo invece applicare un tasso di interesse del 3% sull’importo per essere in regola.
I motivi per cui in tanti scelgono di far rivalutare il proprio terreno e quale è la procedura da seguire? Per richiedere la rivalutazione dei terreni, basta rivolgersi a un ingegnere o a un perito esperto del settore che sappia valutare il valore del terreno.
La rivalutazione dei terreni è utile nel caso si decida di venderlo.
Questa soluzione permette infatti di pagare un’imposta sostitutiva calcolata in base alla media delle aliquote degli ultimi due anni. Il nuovo valore viene poi riconosciuto ai fini fiscali e diventa la base per la determinazione delle plusvalenze in caso di cessione.
Tramite la rivalutazione è quindi possibile aggiornare il valore iniziale del terreno.
La tassazione ordinaria colpisce la plusvalenza rispetto al valore fiscalmente riconosciuto.
Se non si effettua la rivalutazione, bisognerà quindi pagare le tasse sulla differentra tra il prezzo di acquisto e di vendita del terreno.
La convenienza della rivalutazione dei terreni dipende dalla differenza tra il valore di acquisto e quello di vendita.


Per i terreni agricoli, la plusvalenza è tassabile se il proprietario lo rivende entro cinque anni, e purché il bene non sia giunto per donazione o successione; nei terreni edificabili, invece, la plusvalenza è sempre tassabile, senza condizioni.
Si può scegliere se sommare la plusvalenza con gli altri redditi del periodo d’imposta in cui essa è conseguita, o sottoporla ad imposta sostitutiva del 20% da versare nel momento stesso in cui si stipula l’atto notarile.

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